Dietro la Medicina di Precisione: Uno Sguardo ai Nostri Laboratori

La medicina di precisione rappresenta una delle frontiere più avanzate dell’oncologia moderna. Negli ultimi dieci anni, ha raddoppiato le prospettive di sopravvivenza in alcuni tipi di tumore, cambiando radicalmente l’approccio terapeutico. Il trattamento personalizzato non nasce per caso: è il risultato di una ricerca continua, meticolosa e altamente specializzata che ogni giorno portiamo avanti nei nostri laboratori, con un unico obiettivo: migliorare concretamente la vita dei pazienti.

Attraverso modelli cellulari in vitro, analizziamo le caratteristiche biologiche dei tumori, studiamo i meccanismi di resistenza e valutiamo l’efficacia di nuove strategie terapeutiche. In questo articolo vi portiamo all’interno del nostro laboratorio di colture primarie, il cuore pulsante della nostra attività di ricerca.

    

Le immagini che vi presentiamo raccontano il lavoro che svolgiamo ogni giorno con colture primarie ottenute da cellule tumorali, nel caso specifico di osteosarcoma e carcinoma gastrico. L’osteosarcoma è il tumore maligno primitivo dell’osso più frequente, con un picco di incidenza tra i 10 e i 25 anni e una prevalenza di circa 3-4 nuovi casi per milione di persone all’anno (MSD Manuals). Il carcinoma gastrico, seconda causa di morte per cancro a livello mondiale, richiede una diagnosi precoce e accurata, generalmente effettuata attraverso l’esame istologico di biopsie o campioni chirurgici (AIOM).

Le colture primarie sono popolazioni di cellule isolate direttamente da un tessuto vivo, in grado di conservare molte delle caratteristiche biologiche originarie. A differenza delle linee cellulari stabilizzate, preservano la complessità biologica del tumore originario e costituiscono un modello estremamente fedele alle condizioni cliniche reali. Ottenere questi modelli richiede un processo rigoroso che parte dal prelievo bioptico del tessuto tumorale. Dopo un accurato lavaggio per eliminare residui ematici e contaminanti, viene utilizzata la tripsina, una proteasi pancreatica che favorisce il distacco delle cellule tumorali scindendo le proteine di adesione. Le cellule disaggregate vengono poi seminate in un terreno di coltura e mantenute in condizioni fisiologiche controllate di temperatura, anidride carbonica e umidità. Durante tutto il processo, monitoriamo costantemente l’adesione cellulare, la proliferazione e i cambiamenti morfologici che possono indicare variazioni significative dello stato cellulare.

Attraverso l’impiego di questi modelli, i nostri ricercatori analizzano la risposta delle cellule ai trattamenti farmacologici, osservano alterazioni morfologiche indicative di apoptosi o necrosi ed esplorano i meccanismi molecolari alla base della resistenza ai farmaci. I dati che raccogliamo sono fondamentali per selezionare le terapie più efficaci e per contribuire allo sviluppo di trattamenti sempre più mirati e personalizzati.

La coltura primaria non rappresenta soltanto un modello sperimentale: è il primo passo concreto verso una medicina di precisione autenticamente “su misura”, capace di rispondere alle esigenze specifiche di ogni singolo paziente.

Non tutti i tumori sono uguali. Non tutte le terapie devono esserlo.

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Team di ricerca scientifica

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